One Health Award 2024

“Africa is a continent too vast to fully describe. It’s an ocean, a planet unto itself, a diverse and incredibly rich cosmos. Beyond its geographical designation, Africa does not truly exist”. After ten years of travel, journalist Ryszard Kapuscinski confessed to the inadequacy of every Western category when faced with the profound mystery of the so-called “Dark Continent.”

From the early explorations mapping the Nile and Congo to today’s demographic challenges, Africa has always been a “frontier.” It’s a center of geopolitical interest, a laboratory for sustainable development, a hotspot for humanitarian crises, and a petri dish for emerging diseases. It’s a unique place where the human-animal bond remains strong and environmental protection is becoming increasingly urgent. This complexity makes the One Health approach essential for monitoring zoonotic disease risks. The future of our planet hinges on this frontier: by 2050, it’s estimated that one-fifth of the global population—2.3 billion people—will live in sub-Saharan Africa.

This frontier is the focus of the 2024 One Health Award “Frontiera Africa” (Teramo, Oct. 11-13), which will explore it through various perspectives. As the One Health One Earth approach emphasizes, there is One Health for the entire planet, and the health of the world is deeply connected to the health of Africa.

The Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise (IZS) has been engaged in cooperative projects across Africa for years. Additionally, IZS promotes ERFAN – Enhancing Research for Africa Network, which links 19 partner countries and 37 institutions, including Central Veterinary Laboratories and Veterinary Faculties. From this experience, SILABFA (SILAB for Africa) was created—a laboratory diagnostic support system developed and maintained by IZS IT staff. Today, it is utilized by over 80 laboratories in 30 countries. Recent innovations include the PROVNA project, which monitors vector-borne diseases across ecoregions defined by similar climatic and environmental conditions, and MedNet, a program supporting Tunisian hospitals with diagnosis, sequencing, and data sharing on pathogens, with a special focus on antimicrobial resistance (AMR).

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In guerra la prima vittima è la verità”. Il tragediografo Eschilo lo scriveva già nell’antica Grecia. 
In questi giorni così difficili, a meritare il secondo posto tra i caduti nei confitti è certamente la salute. 
Attacchi ai sanitari, ospedali tra gli obiettivi dei bombardamenti: queste le immagini drammatiche che ci vengono mostrate quotidiana-mente. 

Crollo delle vaccinazioni, epidemie, ritorno di malattie terribili e inquinamento delle acque sono le conseguenze silenziose e a lungo termine.
Mettono in pericolo non solo le popolazioni locali – come le mine antiuomo nascoste in un terreno – ma tutta l’umanità. Quella contro la Salute Unica, dunque, è già la terza guerra mondiale. 

Ecco perché il numero 8 di One Health Journal è dedicato ai “Conflitti. Istituzioni, enti, scienziati e policy maker sono pronti a riceverlo per continuare a parlare e promuovere l’approccio One Health One Earth anche negli scenari internazionali più complessi.

PH. con bambino: Ahmed Akacha

#OneHealthOneEarth #OHJ #conflitti #izsteramoImage attachment

"In guerra la prima vittima è la verità”. Il tragediografo Eschilo lo scriveva già nell’antica Grecia.
In questi giorni così difficili, a meritare il secondo posto tra i caduti nei confitti è certamente la salute.
Attacchi ai sanitari, ospedali tra gli obiettivi dei bombardamenti: queste le immagini drammatiche che ci vengono mostrate quotidiana-mente.

Crollo delle vaccinazioni, epidemie, ritorno di malattie terribili e inquinamento delle acque sono le conseguenze silenziose e a lungo termine.
Mettono in pericolo non solo le popolazioni locali – come le mine antiuomo nascoste in un terreno – ma tutta l’umanità. Quella contro la Salute Unica, dunque, è già la terza guerra mondiale".

Ecco perché il numero 8 di One Health Journal è dedicato ai “Conflitti". Istituzioni, enti, scienziati e policy maker sono pronti a riceverlo per continuare a parlare e promuovere l’approccio One Health One Earth anche negli scenari internazionali più complessi.

PH. con bambino: Ahmed Akacha

#OneHealthOneEarth #OHJ #conflitti #izsteramo
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2 weeks ago
Si chiude oggi la tre giorni del WOAH Regional Seminar “Vector‑Borne Diseases in the European Region” a Teramo, ospitato dall’IZS Abruzzo e Molise “G. Caporale”!

Dal 25 al 27 giugno, esperti internazionali – dai Capi dei Servizi Veterinari nazionali a delegati WOAH, DG SANTE, ESA, EFSA e WHO – si sono confrontati su malattie trasmesse da vettori come West Nile, Zika, malaria, Bluetongue e Rift Valley Fever. 

L’evento ha rappresentato un vero “hub”europeo, dove tecnologie satellitari, politiche sanitarie e reti scientifiche si sono unite per rafforzare la sorveglianza e la prevenzione in un’ottica One Health.

L’IZS di Teramo, con la sua esperienza diagnostica e i laboratori di referenza per Bluetongue (dal 2005), West Nile (dal 2010) e Rift Valley Fever (dal 2023), ha dimostrato ancora una volta il suo ruolo strategico nella tutela della salute animale e umana.

Il Direttore Generale dell’’Istituto, Nicola D’Alterio, conferma … “Accogliere a Teramo questo seminario rappresenta un momento di grande responsabilità e orgoglio per l’Istituto: rafforza il nostro impegno, insieme a WOAH e DG SANTE, nello sviluppo di strumenti diagnostici e predittivi per contrastare le malattie da vettori. Grazie alla nostra esperienza su WEST Nile, Bluetongue e Rift Valley Fever, e all’utilizzo di tecnologie avanzate come l’analisi satellitare e i modelli epidemiologici, l’Istituto è in prima linea nella sorveglianza e nel coordinamento europeo per la tutela della salute animale e umana, in un’ottica One Health”.

#WOAHSeminar #VectorBorneDiseases #OneHealth #IZSTeramo #SaluteAnimale #SalutePubblica #WestNile #Bluetongue #RiftValleyFever #InnovazioneSanitaria #DG_SANTE #EUHealth #OMS #ESA #EFSA

Si chiude oggi la tre giorni del WOAH Regional Seminar “Vector‑Borne Diseases in the European Region” a Teramo, ospitato dall’IZS Abruzzo e Molise “G. Caporale”!

Dal 25 al 27 giugno, esperti internazionali – dai Capi dei Servizi Veterinari nazionali a delegati WOAH, DG SANTE, ESA, EFSA e WHO – si sono confrontati su malattie trasmesse da vettori come West Nile, Zika, malaria, Bluetongue e Rift Valley Fever.

L’evento ha rappresentato un vero “hub”europeo, dove tecnologie satellitari, politiche sanitarie e reti scientifiche si sono unite per rafforzare la sorveglianza e la prevenzione in un’ottica One Health.

L’IZS di Teramo, con la sua esperienza diagnostica e i laboratori di referenza per Bluetongue (dal 2005), West Nile (dal 2010) e Rift Valley Fever (dal 2023), ha dimostrato ancora una volta il suo ruolo strategico nella tutela della salute animale e umana.

Il Direttore Generale dell’’Istituto, Nicola D’Alterio, conferma … “Accogliere a Teramo questo seminario rappresenta un momento di grande responsabilità e orgoglio per l’Istituto: rafforza il nostro impegno, insieme a WOAH e DG SANTE, nello sviluppo di strumenti diagnostici e predittivi per contrastare le malattie da vettori. Grazie alla nostra esperienza su WEST Nile, Bluetongue e Rift Valley Fever, e all’utilizzo di tecnologie avanzate come l’analisi satellitare e i modelli epidemiologici, l’Istituto è in prima linea nella sorveglianza e nel coordinamento europeo per la tutela della salute animale e umana, in un’ottica One Health”.

#WOAHSeminar #VectorBorneDiseases #OneHealth #IZSTeramo #SaluteAnimale #SalutePubblica #WestNile #Bluetongue #RiftValleyFever #InnovazioneSanitaria #DG_SANTE #EUHealth #OMS #ESA #EFSA
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3 weeks ago
IL SUONO DELLA FORESTA PROFONDA

Il 22 giugno si è celebrata la Giornata mondiale delle foreste pluviali. Unecosistema da proteggere e difendere anche conservandone le sonorità uniche al mondo. È la missione del compositore e ricercatore David Monacchi, ospite di One Health Award 2024 per raccontare il progetto Fragments of Extinction. Da decenni esplora e registra la musica della natura: voci di ecosistemi millenari, intatti e pulsanti di vita da custodire e riprodurre nella sua Sonosfera.

“Utilizziamo tecnologie tridimensionali molto avanzate, con sensori e microfoni ad altissima qualità audio. Questi strumenti ci permettono di mappare l’intero spazio acustico della foresta: non solo i suoni con le loro durate e timbri, ma anche soprattutto la direzione, distanza e dimensione di ogni singola sorgente sonora. Recentemente siamo riusciti a registrare, per la prima volta al mondo, con un sensore 3D a 64 microfoni simultanei, capace di cogliere i suoni provenienti da ogni direzione e ricostruire l’intera prospettiva acustica con una precisione mai tentata prima. Questo ci permette di ricreare fedelmente l’intero ambiente sferico e, vista la qualità altissima, ascoltare simultaneamente suoni che provengono anche da chilometri di distanza, come ad esempio i richiami a bassa frequenza della megafauna africana”.

#OHA2024 #davidmonacchi #izsteramo #GiornataMondialeDelleForeste

IL SUONO DELLA FORESTA PROFONDA

Il 22 giugno si è celebrata la Giornata mondiale delle foreste pluviali. Un'ecosistema da proteggere e difendere anche conservandone le sonorità uniche al mondo. È la missione del compositore e ricercatore David Monacchi, ospite di One Health Award 2024 per raccontare il progetto Fragments of Extinction. Da decenni esplora e registra la musica della natura: voci di ecosistemi millenari, intatti e pulsanti di vita da custodire e riprodurre nella sua Sonosfera.

“Utilizziamo tecnologie tridimensionali molto avanzate, con sensori e microfoni ad altissima qualità audio. Questi strumenti ci permettono di mappare l’intero spazio acustico della foresta: non solo i suoni con le loro durate e timbri, ma anche soprattutto la direzione, distanza e dimensione di ogni singola sorgente sonora. Recentemente siamo riusciti a registrare, per la prima volta al mondo, con un sensore 3D a 64 microfoni simultanei, capace di cogliere i suoni provenienti da ogni direzione e ricostruire l’intera prospettiva acustica con una precisione mai tentata prima. Questo ci permette di ricreare fedelmente l’intero ambiente sferico e, vista la qualità altissima, ascoltare simultaneamente suoni che provengono anche da chilometri di distanza, come ad esempio i richiami a bassa frequenza della megafauna africana”.

#OHA2024 #davidmonacchi #izsteramo #GiornataMondialeDelleForeste
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3 weeks ago
NEL CAVEAU DELLA BIOINFORMATICA ITALIANA

La sorveglianza sanitaria si basa su un patrimonio di informazioni e sulla piattaforma informatica per classificarli, analizzarli e riconoscerli. In una sola parola, GENPAT, un patrimonio di IZS Teramo a servizio di tutta lItalia: parola di Adriano Di Pasquale.

 “Nel 2017, l’IZS Teramo è stato designato dal Ministero della Salute Centro di Referenza Nazionale per il sequenziamento del genoma intero di patogeni microbici: database e analisi bioinformatica (CRN GENPAT).

Dal 2019, una piattaforma bioinformatica nazionale, denominata piattaforma GENPAT [GNP], è operativa per raccogliere, condividere e analizzare sequenze genomiche di microrganismi patogeni e i relativi metadati.

Un modulo popolare della piattaforma è il “modulo di sorveglianza”. Ogni volta che viene caricato un nuovo campione, questo viene confrontato genomicamente con tutti quelli della stessa specie presenti nella piattaforma, segnalando agli stakeholder eventuali avvisi e warning di interesse.

Il modulo è stato configurato per diversi patogeni, tra cui Listeria monocytogenes e West Nile Virus, gestendo gli strumenti bioinformatici per il confronto genomico specifici per batteri e virus.

Nel tempo, la piattaforma è stata ulteriormente estesa con altre pipeline bioinformatiche. In particolare, durante la pandemia di COVID-19 è stato sviluppato e pubblicato un nuovo approccio per l’analisi di clustering dei genomi di SARS-CoV-2.

Inoltre, a seguito di studi di Machine Learning condotti sui dati genomici da IZS Teramo, i modelli addestrati sono disponibili nella piattaforma come strumenti di previsione del fenotipo dei patogeni in esame. Gli stessi strumenti sono stati utilizzati nel recente focolaio di Dengue in Italia”.

#bioinformatics #onehealth #ohajournal #izsteramo #genpat

NEL CAVEAU DELLA BIOINFORMATICA ITALIANA

La sorveglianza sanitaria si basa su un patrimonio di informazioni e sulla piattaforma informatica per classificarli, analizzarli e riconoscerli. In una sola parola, GENPAT, un patrimonio di IZS Teramo a servizio di tutta l'Italia: parola di Adriano Di Pasquale.

“Nel 2017, l’IZS Teramo è stato designato dal Ministero della Salute Centro di Referenza Nazionale per il sequenziamento del genoma intero di patogeni microbici: database e analisi bioinformatica (CRN GENPAT).

Dal 2019, una piattaforma bioinformatica nazionale, denominata piattaforma GENPAT [GNP], è operativa per raccogliere, condividere e analizzare sequenze genomiche di microrganismi patogeni e i relativi metadati.

Un modulo popolare della piattaforma è il “modulo di sorveglianza”. Ogni volta che viene caricato un nuovo campione, questo viene confrontato genomicamente con tutti quelli della stessa specie presenti nella piattaforma, segnalando agli stakeholder eventuali avvisi e warning di interesse.

Il modulo è stato configurato per diversi patogeni, tra cui Listeria monocytogenes e West Nile Virus, gestendo gli strumenti bioinformatici per il confronto genomico specifici per batteri e virus.

Nel tempo, la piattaforma è stata ulteriormente estesa con altre pipeline bioinformatiche. In particolare, durante la pandemia di COVID-19 è stato sviluppato e pubblicato un nuovo approccio per l’analisi di clustering dei genomi di SARS-CoV-2.

Inoltre, a seguito di studi di Machine Learning condotti sui dati genomici da IZS Teramo, i modelli addestrati sono disponibili nella piattaforma come strumenti di previsione del fenotipo dei patogeni in esame. Gli stessi strumenti sono stati utilizzati nel recente focolaio di Dengue in Italia”.

#bioinformatics #onehealth #ohajournal #izsteramo #genpat
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4 weeks ago
LAI PROTEGGE (ANCHE) I DELFINI
Valentina Melli, ricercatrice in Tecnologie della pesca allUniversità Tecnica della Danimarca (DTU Aqua), racconta il progetto Marine Beacon che utilizza lIntelligenza Artificiale per proteggere le specie a rischio durante le attività di pesca nel Mare del Nord.

“Ogni anno in Europa, migliaia di cetacei, tartarughe, squali e uccelli marini finiscono accidentalmente nelle reti da pesca. Il problema è causato da un insieme complesso di fattori, tra cui l’attrazione di queste specie verso le reti per predare i pesci che vi sono impigliati. Ad esempio, i delfini comuni nel Golfo di Biscaglia e i tursiopi nel Mar Mediterraneo sono soliti seguire i pescherecci e nuotare di fronte alle reti a strascico, per sfruttarne la capacità di condensazione del banco di pesce e facilitare così il processo di predazione. Sfortunatamente, e per cause non del tutto chiare, questo comportamento porta alla periodica cattura accidentale di individui, che una volta intrappolati nella rete annegano prima che i pescatori si rendano conto dell’accaduto. Per affrontare questa sfida e ridurre le catture accidentali, il progetto Marine Beacon (marinebeacon.eu), finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma Horizon Europe, si propone di sviluppare soluzioni tecnologiche all’avanguardia. Uno dei primi passi fondamentali di questo progetto è la raccolta di dati estensivi sui fattori di rischio che portano alle catture accidentali e sulle aree o periodi a maggiore rischio di interazione tra specie protette e attività di pesca. Questo richiede non solo di riportare le catture accidentali, ma anche di chiarire con che frequenza e in che modo i delfini interagiscono con le reti a strascico. Per questo motivo Marine Beacon impiega tecnologie di osservazione subacquea (videocamere e idrofoni) che possono essere installate direttamente sulle reti commerciali senza interferire con le attività di pesca. Una volta integrate con i sistemi di bordo delle imbarcazioni, queste tecnologie daranno modo ai pescatori di ricevere informazioni in tempo reale sulla presenza e posizione dei delfini durante le attività di pesca. Ma innanzitutto è necessario che queste tecnologie siano in grado di distinguere accuratamente i delfini da altri organismi o dai componenti stessi delle reti da pesca. Ed è qui che entra in gioco l’Intelligenza Artificiale (IA). L’Università Tecnica della Danimarca (DTU Aqua) è tra le Istituzioni all’avanguardia nell’uso dell’Intelligenza Artificiale applicata alla pesca sostenibile. I ricercatori della sezione di Tecnologie della Pesca hanno sviluppato e validato nel Mare del Nord un sistema in grado di riconoscere, contare e misurare in tempo reale le specie commerciali che entrano nella rete a strascico.  Questo sistema si è dimostrato di interesse ai pescatori, in quanto consente di pescare efficacemente specie di valore come gli scampi, ma al contempo di evitare la cattura accidentale di specie in declino, come il merluzzo nordico”.

#ohajournal #onehealth #izsteramo #AI #marinebiology #universitydenmark #valentinamelliImage attachmentImage attachment

L'AI PROTEGGE (ANCHE) I DELFINI
Valentina Melli, ricercatrice in Tecnologie della pesca all'Università Tecnica della Danimarca (DTU Aqua), racconta il progetto 'Marine Beacon' che utilizza l'Intelligenza Artificiale per proteggere le specie a rischio durante le attività di pesca nel Mare del Nord.

“Ogni anno in Europa, migliaia di cetacei, tartarughe, squali e uccelli marini finiscono accidentalmente nelle reti da pesca. Il problema è causato da un insieme complesso di fattori, tra cui l’attrazione di queste specie verso le reti per predare i pesci che vi sono impigliati. Ad esempio, i delfini comuni nel Golfo di Biscaglia e i tursiopi nel Mar Mediterraneo sono soliti seguire i pescherecci e nuotare di fronte alle reti a strascico, per sfruttarne la capacità di condensazione del banco di pesce e facilitare così il processo di predazione. Sfortunatamente, e per cause non del tutto chiare, questo comportamento porta alla periodica cattura accidentale di individui, che una volta intrappolati nella rete annegano prima che i pescatori si rendano conto dell’accaduto. Per affrontare questa sfida e ridurre le catture accidentali, il progetto Marine Beacon (marinebeacon.eu), finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma Horizon Europe, si propone di sviluppare soluzioni tecnologiche all’avanguardia. Uno dei primi passi fondamentali di questo progetto è la raccolta di dati estensivi sui fattori di rischio che portano alle catture accidentali e sulle aree o periodi a maggiore rischio di interazione tra specie protette e attività di pesca. Questo richiede non solo di riportare le catture accidentali, ma anche di chiarire con che frequenza e in che modo i delfini interagiscono con le reti a strascico. Per questo motivo Marine Beacon impiega tecnologie di osservazione subacquea (videocamere e idrofoni) che possono essere installate direttamente sulle reti commerciali senza interferire con le attività di pesca. Una volta integrate con i sistemi di bordo delle imbarcazioni, queste tecnologie daranno modo ai pescatori di ricevere informazioni in tempo reale sulla presenza e posizione dei delfini durante le attività di pesca. Ma innanzitutto è necessario che queste tecnologie siano in grado di distinguere accuratamente i delfini da altri organismi o dai componenti stessi delle reti da pesca. Ed è qui che entra in gioco l’Intelligenza Artificiale (IA). L’Università Tecnica della Danimarca (DTU Aqua) è tra le Istituzioni all’avanguardia nell’uso dell’Intelligenza Artificiale applicata alla pesca sostenibile. I ricercatori della sezione di Tecnologie della Pesca hanno sviluppato e validato nel Mare del Nord un sistema in grado di riconoscere, contare e misurare in tempo reale le specie commerciali che entrano nella rete a strascico. Questo sistema si è dimostrato di interesse ai pescatori, in quanto consente di pescare efficacemente specie di valore come gli scampi, ma al contempo di evitare la cattura accidentale di specie in declino, come il merluzzo nordico”.

#ohajournal #onehealth #izsteramo #AI #marinebiology #universitydenmark #valentinamelli
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4 weeks ago
VERSO LINFINITAMENTE PICCOLO
Microscopi elettronici, campioni vitrificati, fasci di elettroni e algoritmi: il viaggio nellinfinitamente piccolo per comprendere - tra le tante applicazioni - i meccanismi di formazione dei virus e la loro interazione con le cellule ospiti. Alessio Lorusso, virologo dell’IZS di Teramo, ci porta nel mondo di Cryo-EM (da One Health Journal #7 “Tecnologia”).

“La microscopia crioelettronica (cryo-EM) rappresenta una delle tecniche di imaging più rivoluzionarie e sofisticate della biologia strutturale moderna, consentendo di ottenere immagini ad altissima risoluzione di macromolecole biologiche, in condizioni quasi fisiologiche. Grazie ai progressi tecnologici raggiunti negli ultimi decenni, la cryo-EM si è affermata come valida alternativa alla cristallografia a raggi X e alla risonanza magnetica nucleare (NMR), offrendo un approccio innovativo per lo studio di proteine, virus e complessi molecolari. La vera rivoluzione che ha portato all’avvento della microscopia crio-elettronica si è verificata negli anni ’80, con l’introduzione della “vitrificazione”. Questo processo ha permesso di congelare i campioni in maniera quasi istantanea e senza formazione di cristalli di ghiaccio, garantendo, in questo modo, la possibilità di visualizzare strutture biologiche senza danneggiarle e a risoluzioni precedentemente inimmaginabili. L’approccio della tecnologia cryo-EM si basa sull’utilizzo di un microscopio elettronico per osservare campioni biologici congelati rapidamente in azoto liquido o etano. Questo processo impedisce la formazione di cristalli di ghiaccio che potrebbero danneggiarne la struttura e alterarne la conformazione. Dopo il congelamento, il campione viene esposto a un fascio di elettroni ad alta energia, che interagisce con le molecole biologiche generando immagini bidimensionali (2D). Migliaia di queste immagini vengono poi elaborate con sofisticati algoritmi di ricostruzione computazionale al fine di ottenere un modello tridimensionale (3D) dettagliato del campione in esame”.

#IzsTeramo #OneHealth #Virologia #BiologiaStrutturale #Microscopia #AlessioLorusso

VERSO L'INFINITAMENTE PICCOLO
Microscopi elettronici, campioni vitrificati, fasci di elettroni e algoritmi: il viaggio nell'infinitamente piccolo per comprendere - tra le tante applicazioni - i meccanismi di formazione dei virus e la loro interazione con le cellule ospiti. Alessio Lorusso, virologo dell’IZS di Teramo, ci porta nel mondo di Cryo-EM (da One Health Journal #7 “Tecnologia”).

“La microscopia crioelettronica (cryo-EM) rappresenta una delle tecniche di imaging più rivoluzionarie e sofisticate della biologia strutturale moderna, consentendo di ottenere immagini ad altissima risoluzione di macromolecole biologiche, in condizioni quasi fisiologiche. Grazie ai progressi tecnologici raggiunti negli ultimi decenni, la cryo-EM si è affermata come valida alternativa alla cristallografia a raggi X e alla risonanza magnetica nucleare (NMR), offrendo un approccio innovativo per lo studio di proteine, virus e complessi molecolari. La vera rivoluzione che ha portato all’avvento della microscopia crio-elettronica si è verificata negli anni ’80, con l’introduzione della “vitrificazione”. Questo processo ha permesso di congelare i campioni in maniera quasi istantanea e senza formazione di cristalli di ghiaccio, garantendo, in questo modo, la possibilità di visualizzare strutture biologiche senza danneggiarle e a risoluzioni precedentemente inimmaginabili. L’approccio della tecnologia cryo-EM si basa sull’utilizzo di un microscopio elettronico per osservare campioni biologici congelati rapidamente in azoto liquido o etano. Questo processo impedisce la formazione di cristalli di ghiaccio che potrebbero danneggiarne la struttura e alterarne la conformazione. Dopo il congelamento, il campione viene esposto a un fascio di elettroni ad alta energia, che interagisce con le molecole biologiche generando immagini bidimensionali (2D). Migliaia di queste immagini vengono poi elaborate con sofisticati algoritmi di ricostruzione computazionale al fine di ottenere un modello tridimensionale (3D) dettagliato del campione in esame”.

#IzsTeramo #OneHealth #Virologia #BiologiaStrutturale #Microscopia #AlessioLorusso
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1 month ago
IL “NUOVO” LEONARDO 

Non cè ricerca senza unenorme potenzialità di calcolo. Da sempre, in Italia, la storia dellHigh Performance Computing (HPC) si intreccia con Cineca. A raccontarlo su One Health Journal #7 (“Tecnologia”) è Cristiano Padrin, Senior HPC Application Engineer del Consorzio.

Ecco come ci presenta il “nuovo Leonardo”, il supercomputer che lavora tra le mura del Tecnopolo di Bologna.  Uno dei dieci più potenti al mondo, capace di elaborare 240 milioni di miliardi di calcoli al secondo. Esatto: 240.000.000.000.000.000 di calcoli.

“La storia dell’HPC in Italia è strettamente intrecciata con quella del CINECA. Nato nel 1969 dalla visione di quattro atenei italiani che si unirono per dotarsi di un supercalcolatore dedicato alla ricerca scientifica, il Consorzio si è evoluto fino a comprendere oggi 120 enti pubblici, tra cui il ministero dell’Università e della Ricerca e il Ministero dell’Istruzione e del Merito, tutte le università pubbliche e i maggiori enti di ricerca nazionali.

Questa evoluzione riflette la crescente importanza del calcolo ad alte prestazioni e dell’innovazione nel panorama scientifico e tecnologico.

CINECA non si limita a gestire la principale infrastruttura di calcolo del nostro Paese, ma svolge un ruolo attivo nel plasmare il futuro della ricerca computazionale.

Oggi, il sistema Leonardo, ospitato e gestito dal CINECA presso il Tecnopolo di Bologna, rappresenta una delle punte di diamante del supercalcolo europeo.

L’infrastruttura pre-exascale è stata realizzata grazie al finanziamento congiunto del ministero dell’Università e della Ricerca e di EuroHPC JU, con un investimento totale di 240 milioni di euro.

Leonardo è entrato inizialmente al quarto posto nella classifica dei supercomputer più potenti al mondo nel 2022, e si posiziona oggi tra i dieci supercomputer più potenti al mondo, con una potenza di picco di oltre 240 petaflops, ovvero è capace di eseguire 240 milioni di miliardi di calcoli al secondo. Per dare un’idea della sua potenza, in un solo secondo il sistema può effettuare lo stesso numero di operazioni che tutti gli abitanti della Terra, eseguendo un calcolo al secondo, impiegherebbero un intero anno a compiere.

#ohajournal #izsteramo #onehealth #sistemaleonardo #Cineca #HPCImage attachment

IL “NUOVO” LEONARDO

Non c'è ricerca senza un'enorme potenzialità di calcolo. Da sempre, in Italia, la storia dell'High Performance Computing (HPC) si intreccia con Cineca. A raccontarlo su One Health Journal #7 (“Tecnologia”) è Cristiano Padrin, Senior HPC Application Engineer del Consorzio.

Ecco come ci presenta il “nuovo Leonardo”, il supercomputer che lavora tra le mura del Tecnopolo di Bologna. Uno dei dieci più potenti al mondo, capace di elaborare 240 milioni di miliardi di calcoli al secondo. Esatto: 240.000.000.000.000.000 di calcoli.

“La storia dell’HPC in Italia è strettamente intrecciata con quella del CINECA. Nato nel 1969 dalla visione di quattro atenei italiani che si unirono per dotarsi di un supercalcolatore dedicato alla ricerca scientifica, il Consorzio si è evoluto fino a comprendere oggi 120 enti pubblici, tra cui il ministero dell’Università e della Ricerca e il Ministero dell’Istruzione e del Merito, tutte le università pubbliche e i maggiori enti di ricerca nazionali.

Questa evoluzione riflette la crescente importanza del calcolo ad alte prestazioni e dell’innovazione nel panorama scientifico e tecnologico.

CINECA non si limita a gestire la principale infrastruttura di calcolo del nostro Paese, ma svolge un ruolo attivo nel plasmare il futuro della ricerca computazionale.

Oggi, il sistema Leonardo, ospitato e gestito dal CINECA presso il Tecnopolo di Bologna, rappresenta una delle punte di diamante del supercalcolo europeo.

L’infrastruttura pre-exascale è stata realizzata grazie al finanziamento congiunto del ministero dell’Università e della Ricerca e di EuroHPC JU, con un investimento totale di 240 milioni di euro.

Leonardo è entrato inizialmente al quarto posto nella classifica dei supercomputer più potenti al mondo nel 2022, e si posiziona oggi tra i dieci supercomputer più potenti al mondo, con una potenza di picco di oltre 240 petaflops, ovvero è capace di eseguire 240 milioni di miliardi di calcoli al secondo. Per dare un’idea della sua potenza, in un solo secondo il sistema può effettuare lo stesso numero di operazioni che tutti gli abitanti della Terra, eseguendo un calcolo al secondo, impiegherebbero un intero anno a compiere".

#ohajournal #izsteramo #onehealth #sistemaleonardo #Cineca #HPC
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1 month ago
LA SALUTE DALLO SPAZIO

Prevenire il diffondersi delle epidemie grazie alluso dei satelliti. È uno degli obiettivi di ESA - European Space Agency e del progetto AIDEO: a illustrarlo Stefano Ferretti su One Health Journal.

“Le minacce alla salute pubblica stanno diventando sempre più complesse, ma la disponibilità di dati satellitari, la crescente capacità di calcolo e  il potenziale ancora inespresso dell’intelligenza artificiale stanno aprendo nuove prospettive.

Questi strumenti offrono opportunità concrete per sviluppare sistemi di allerta precoce e supportare le autorità nelle decisioni strategiche. Il progetto AIDEO ha esplorato come l’intelligenza artificiale possa essere applicata ai dati di Osservazione della Terra per migliorare la comprensione e la previsione della Febbre del Nilo Occidentale (WND, una zoonosi trasmessa da vettori virali che si è diffusa in diverse regioni.

Per analizzare la diffusione del virus del Nilo occidentale, i ricercatori hanno utilizzato dati satellitari, tra cui l’umidità del suolo rilevata dal programma Copernicus (Soil Surface Moisture, SSM), la temperatura della superficie terrestre (Land Surface Temperature, LST) e l’indice di vegetazione (Normalized Difference Vegetation Index, NDVI), che indica lo stato di salute della vegetazione. Questi dati, raccolti dal sensore MODIS a bordo dei satelliti Terra e Aqua della NASA, sono stati integrati in un sistema strutturato e confrontati con le segnalazioni di focolai registrate nel Sistema Nazionale di Notifica delle Malattie Animali (SIMAN) nei 160 giorni precedenti ogni infezione segnalata.

Poiché i dati satellitari grezzi possono presentare lacune dovute a fattori come  la copertura nuvolosa, c’è stata una prima elaborazione per ottenere una risoluzione di 250 metri. Le segnalazioni veterinarie sono state poi trasformate in mappe, suddividendo le informazioni in unità spaziali di 250 metri e intervalli temporali di 16 giorni. Questi dati sono stati usati per addestrare un modello di intelligenza artificiale con l’obiettivo di rispondere a una domanda chiave: sulla base delle condizioni climatiche e ambientali precedenti, qual è la probabilità che il virus del Nilo occidentale circoli nei successivi 16 giorni?

Lo studio, pubblicato di recente, ha utilizzato dati degli anni 2017, 2018 e 2019 per addestrare, validare e testare il modello, ottenendo un’accuratezza complessiva di 0,84 nel test dell’epidemia del 2019.

#ohaawards #ohajournal #europeanspaceagency #izsteramo

LA SALUTE DALLO SPAZIO

Prevenire il diffondersi delle epidemie grazie all'uso dei satelliti. È uno degli obiettivi di ESA - European Space Agency e del progetto AIDEO: a illustrarlo Stefano Ferretti su One Health Journal.

“Le minacce alla salute pubblica stanno diventando sempre più complesse, ma la disponibilità di dati satellitari, la crescente capacità di calcolo e il potenziale ancora inespresso dell’intelligenza artificiale stanno aprendo nuove prospettive.

Questi strumenti offrono opportunità concrete per sviluppare sistemi di allerta precoce e supportare le autorità nelle decisioni strategiche. Il progetto AIDEO ha esplorato come l’intelligenza artificiale possa essere applicata ai dati di Osservazione della Terra per migliorare la comprensione e la previsione della Febbre del Nilo Occidentale (WND, una zoonosi trasmessa da vettori virali che si è diffusa in diverse regioni.

Per analizzare la diffusione del virus del Nilo occidentale, i ricercatori hanno utilizzato dati satellitari, tra cui l’umidità del suolo rilevata dal programma Copernicus (Soil Surface Moisture, SSM), la temperatura della superficie terrestre (Land Surface Temperature, LST) e l’indice di vegetazione (Normalized Difference Vegetation Index, NDVI), che indica lo stato di salute della vegetazione. Questi dati, raccolti dal sensore MODIS a bordo dei satelliti Terra e Aqua della NASA, sono stati integrati in un sistema strutturato e confrontati con le segnalazioni di focolai registrate nel Sistema Nazionale di Notifica delle Malattie Animali (SIMAN) nei 160 giorni precedenti ogni infezione segnalata.

Poiché i dati satellitari grezzi possono presentare lacune dovute a fattori come la copertura nuvolosa, c’è stata una prima elaborazione per ottenere una risoluzione di 250 metri. Le segnalazioni veterinarie sono state poi trasformate in mappe, suddividendo le informazioni in unità spaziali di 250 metri e intervalli temporali di 16 giorni. Questi dati sono stati usati per addestrare un modello di intelligenza artificiale con l’obiettivo di rispondere a una domanda chiave: sulla base delle condizioni climatiche e ambientali precedenti, qual è la probabilità che il virus del Nilo occidentale circoli nei successivi 16 giorni?"

Lo studio, pubblicato di recente, ha utilizzato dati degli anni 2017, 2018 e 2019 per addestrare, validare e testare il modello, ottenendo un’accuratezza complessiva di 0,84 nel test dell’epidemia del 2019.

#ohaawards #ohajournal #europeanspaceagency #izsteramo
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1 month ago
🌍🔬 Nasce a Teramo il Polo Nazionale e Internazionale per lAlta Formazione in One Health

lUniversità degli Studi di Teramo (UNITE) e lIstituto Zooprofilattico Sperimentale dellAbruzzo e del Molise “G. Caporale” (IZS-TE) hanno avviato il progetto SCALARE, finanziato con 5 milioni di euro dal Dipartimento per le Politiche di Coesione e per il Sud. Questo progetto mira a creare un polo di eccellenza per la formazione e la ricerca in ambito One Health, unendo salute umana, animale e ambiente.

🎓 Opportunità per i Giovani Ricercatori

Sono aperte le candidature per 12 borse di dottorato (ciclo XLI), con scadenza il 6 giugno. 

I progetti spaziano dalla crio-microscopia elettronica allo sviluppo di vaccini innovativi, passando per la proteomica applicata alla sicurezza alimentare.

Ogni dottorato prevede co-supervisioni tra UniTe e IZSAM, con esperienze di mobilità nazionale e internazionale.

🌱 Un Futuro Sostenibile e Interdisciplinare

SCALARE si distingue per un approccio innovativo e interdisciplinare, affrontando sfide emergenti in sanità animale, sicurezza alimentare e sostenibilità ambientale. 

La missione è formare una nuova generazione di ricercatori pronti a contribuire alla salute globale.

🔗 Scopri di più e candidati

👉 Link alla pagina web dedicata al progetto SCALARE
https://unitedoc.it/uni-izsam

👉 Link alla call delle 12 borse di dottorato
https://www.unite.it/UniTE/Ricerca/Dottorati_di_ricerca/Bando_di_concorso_per_l_ammissione_a_corsi_di_dottorato_di_ricerca_-_XLI_ciclo_-_anno_accademico_2025_2026_-_Progetto_SCuola_d_8217_ALtA_formazione_REgionale_per_l_8217_innovazione_in_One_Health_SCALARE

#OneHealth #Ricerca #Formazione #Innovazione #Teramo #UniTe #IZSAM #SCALARE #SaluteGlobale #Ambiente #SanitàAnimale #SicurezzaAlimentare UniTe / Università degli Studi di Teramo

🌍🔬 Nasce a Teramo il Polo Nazionale e Internazionale per l'Alta Formazione in One Health

l'Università degli Studi di Teramo (UNITE) e l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Abruzzo e del Molise “G. Caporale” (IZS-TE) hanno avviato il progetto SCALARE, finanziato con 5 milioni di euro dal Dipartimento per le Politiche di Coesione e per il Sud. Questo progetto mira a creare un polo di eccellenza per la formazione e la ricerca in ambito One Health, unendo salute umana, animale e ambiente.

🎓 Opportunità per i Giovani Ricercatori

Sono aperte le candidature per 12 borse di dottorato (ciclo XLI), con scadenza il 6 giugno.

I progetti spaziano dalla crio-microscopia elettronica allo sviluppo di vaccini innovativi, passando per la proteomica applicata alla sicurezza alimentare.

Ogni dottorato prevede co-supervisioni tra UniTe e IZSAM, con esperienze di mobilità nazionale e internazionale.

🌱 Un Futuro Sostenibile e Interdisciplinare

SCALARE si distingue per un approccio innovativo e interdisciplinare, affrontando sfide emergenti in sanità animale, sicurezza alimentare e sostenibilità ambientale.

La missione è formare una nuova generazione di ricercatori pronti a contribuire alla salute globale.

🔗 Scopri di più e candidati

👉 Link alla pagina web dedicata al progetto SCALARE
unitedoc.it/uni-izsam

👉 Link alla call delle 12 borse di dottorato
www.unite.it/UniTE/Ricerca/Dottorati_di_ricerca/Bando_di_concorso_per_l_ammissione_a_corsi_di_dot...

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2 months ago
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Stefano Bertuzzi is the CEO of the American Society for Microbiology (ASM). He was a senior scientific executive at the National Institutes of Health (NIH) in the Office of the NIH Director. He also worked with the Obama White House to develop an information system to capture the benefits of scientific investments. Bertuzzi led the ASM’s efforts to address the SARS-CoV-2 pandemic. This involved working directly with the White House COVID-19 Task Force, the Food and Drug Administration (FDA), and the US Centres for Disease Control and Prevention (CDC) to increase access to diagnostic testing supplies and address barriers to coronavirus testing. Bertuzzi wrote an editorial in the New York Times and mBio emphasising the need to support clinical laboratories to contain the pandemic.

Tg1 reporter

World Health Organization representative in Tunisia, professional with 30 years’ experience in health development and management in the UK, West Bank, Gaza, Egypt, Bulgaria, Lebanon, Philippines, Pakistan, Denmark and Gulf countries. He facilitated development, policy and health reform programs in collaboration with senior government officials.


UNICEF officer in Gulf countries; immunization officer for Denmark; health and nutrition director for UNICEF Pakistan. Senior advisor at EU; deputy director Institute for International Development at Harvard University; senior advisor at Department for International Development.

Alessio Lorusso is a virologist and Doctor of Veterinary Medicine at the Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise ‘Giuseppe Caporale’.His research interests include surveillance, genome manipulation and biological characterisation of viruses of public health interest.

As Director General of Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise (IZS-Teramo), is responsible for the planning, management, technical-scientific coordination and control of IZS-Teramo activities, dealing with managerial and technical problems in veterinary public health, in the sectors of animal health and welfare, food safety and environmental protection. He oversees research, cooperation and technical assistance activities in Italy and abroad.

He coordinates and assumes responsibility for regional and national Reference Laboratories and Centers, as well as FAO, Food Agricolture Organisation, and WOAH, World Organisation Animal Health, Collaboration Centers established at IZS-Teramo.

Francesca Parisella is a journalist and RAI presenter. On television she hosts “Elisir”, a historical medical-scientific information programme on air from Monday to Friday on Rai3. On the radio on Radio2, she hosts “Radio2 in un’ora”, an infotainment programme broadcast on Saturdays and Sundays, and on Isoradio “Radici”, a late-week appointment to discover Italian excellence.

A co-founder of Forza Italia party, he was first elected to the European Parliament in 1994. In 2008, he held the positions of Commissioner for Transport and Vice-President of the European Commission. In 2017, he was elected President of the European Parliament. Following the end of his term, he became Vice-President of the European People’s Party and took on the role of Vice-President and sole Coordinator of Forza Italia, of which he is now the National Secretary. Since October 2022, he has been Deputy Prime Minister and Minister of Foreign Affairs and International Cooperation in the Italian Government.

Giovanna Barba Spaeth is the head of the group FlavImmunity at the Institut Pasteur and the coordinator of the EU HORIZON project, Yellow4FLAVI. She completed her undergraduate studies in Biological Sciences in Italy (University of Palermo) and moved to Germany (University of Mainz) to pursue a PhD in Immunogenetics. For her postdoctoral training she moved to France (Necker Hospital, Paris) and USA (Washington University, St. Louis). She worked at Rockefeller University, New York in the laboratory of Charlie Rice to study Hepatitic C virus and yellow fever virus. In 2005 she joined the laboratory of Felix Rey at Institut Pasteur Paris.

Dr. Barba Spaeth is a molecular and structural virologist passionate about viruses, particularly Flaviviruses. The main ambition of her research group is to understand virus immunogenicity from a structural perspective, with particular attention to new emerging viruses.

Sylvain Brisse is Professor at Institut Pasteur and heads the research Unit Biodiversity and Epidemiology of Bacterial Pathogens. He is also the Director of the two French National Reference Centers in charge of the microbiological surveillance of diphtheria and of whooping cough. He also manages the BIGSdb-Pasteur platform for the genomic taxonomy of bacterial strains.

His research interests include the population biology, genomics and evolution of pathogenic microbial species, and their applications to epidemiological surveillance, diagnostics and public health. He aims to understand bacterial emergence driven by antimicrobial resistance or vaccine escape, and to track the global and cross-sector dissemination of bacterial sublineages and their genetic elements. He also develops strain nomenclature systems that are intended to facilitate international communication on bacterial sublineages.

His main focus is on the multidrug resistant pathogen Klebsiella pneumoniae, on Bordetella pertussis and on Corynebacterium diphtheriae, and other phylogenetically related pathogens.

Centorotola Gabriella, graduated in Food Science and Technology at the University of. Since 2014, she has been working at the Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise “G. Caporale” (IZS Teramo) and she is involved as Researcher in the Food Hygiene Unit activities, in particular food and environmental samples analysis for the microbial detections and enumerations, according to validated and accredited standard methods.
Since 2017, she is also involved in the Italian National Reference Laboratory for Listeria
monocytogenes activities, related to Listeria monocytogenes strains collection and molecular and genomic characterization through PCR and real-time PCR methods and whole genome sequencing (WGS).
She is also involved in research projects, inter-laboratory proficiency test and national and international training activities, as speaker.

Head of the Statistics and GIS Unit of the Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise “G. Caporale” (IZS Teramo). She leads the activities required by the National and International Reference Centers operating at the Institute. Her research focus is on epidemiological analytical methods and spatial epidemiology of major animal infectious diseases, including zoonoses, and on the identification of factors influencing the spread and persistence of vector borne diseases. Her team develops web-based GIS providing near-real time surveillance and modeling tools to share and analyse animal disease data and information. Recent interests are on the integration of remoted sensed data and deep learning methods to produce early warning systems for preventing and controlling, emerging and re-emerging infectious diseases. She is member of the One Health High Level Expert Panel Term II, the scientific and strategic advisory group to the Quadripartite organizations (FAO, UNEP, WHO, WOAH) – in their collaboration on One Health.

Medical Doctor, Chief Laboratory of Virology, and the Chief Scientist of the BSL4 Laboratories at the Rocky Mountain Laboratories, NIAID, NIH and a Faculty Affiliate with the University of Montana. He is the laboratory expert on high containment pathogens and serves as a consultant on emerging viruses for the World Health Organization. He has field experience and expertise in outbreak management. His research interest is in the pathogenesis and transmission of emerging viral pathogens, and the development of countermeasures against those pathogens. His major scientific achievements of public health significance are the design and foundation of on-site mobile laboratory support, the establishment of diverse animal disease models, and the development of treatments (e.g. antibodies, polymerase inhibitors) and vaccines (e.g. VSV-EBOV) for emerging/re-emerging viral pathogens.

Monica Maggioni is Editorial Director for the Information Offering of Rai Italian Radio and Television.
She hosts the programs In mezz’ora and Newsroom (Rai 3 and Raiplay).

She was Director of TG1 from November 2021 to June 2023, the first woman to hold this position within the news outlet.
A journalist, special correspondent, writer, documentary filmmaker, and anchor-woman, she was President of Rai from August 2015 to July 2018 and CEO of Rai Com from February 2019 until May 2020.

A photographer and filmmaker, he has spent years working across Africa and the Middle East. Specializing in war reporting, documentaries, and podcasts, he is also an accomplished television writer and has collaborated with numerous international television networks, radio stations, and magazines. Among his many publications is “Confessions of a Human Trafficker,” a book that has been released in various countries worldwide. He teaches at the Catholic School of Journalism and in the Master’s program at Radio 24. Since 2019, he has been the host of “Nessun Luogo è Lontano (No Place is Far Away),” the only international news program that seamlessly blends field reporting with studio production.

One of Italy’s leading and most renowned experts on international politics, he is the Director of ASERI (Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali), which he co-founded over 20 years ago. He serves as a full professor of International Relations at the Catholic University of Milan. As a columnist for Il Foglio, he is a prominent voice in debates on various television and radio programs.

He has worked for more than 20 years on RNA viruses, including influenza and coronaviruses, and has published more than 140 peer-reviewed publications. His research has been supported by the NIH/NIAID Centers of Excellence for Influenza Research and Surveillance/Response since 2007, as well as Singapore (NMRC, MOE) and international (NIH/NIAID, DOD, Gates Foundation) grants. He currently supervises a staff of 18 researchers focusing on human respiratory viruses, emerging infectious diseases, and veterinary pathogens.

Veterinary epidemiologist working since 2022 as the Technical Lead for Middle East respiratory syndrome coronavirus (MERS-CoV) and other novel coronaviruses at the World Health Organization (WHO) in its headquarters in Geneva, Switzerland. She obtained her PhD in Parasitology and International Animal Health from the Free University in Berlin, Germany and an MSc in Veterinary Epidemiology and Public Health from the Royal Veterinary College in London, UK.

From 2004 to 2022 Dr von Dobschuetz worked for the Animal Health Service of the Food and Agriculture Organization of the United Nations (FAO) to support countries in early warning, early detection, and the prevention and control of infectious animal diseases, with a focus on zoonoses such as avian influenza, Rift Valley fever, Ebola, MERS-CoV and SARS-CoV-2. She also developed methodologies and tools for qualitative One Health risk assessment at the animal-human-environment interface, alongside WHO and the World Organisation for Animal Health (WOAH).

Graduated as a Veterinary Doctor in 1990. Joined the Department of Veterinary Services as a Veterinary Research Officer at the Central Veterinary Laboratory in 1992. Was responsible for running the National Herd Health program, Mastitis and Brucellosis (CA) control schemes as from 1992 to 1998.

Specialized in Veterinary Microbiology and attained a Doctorate Degree in 2006. Appointed Chief Veterinary Research Officer in 1998 and spearheaded national Animal Health Research until he became the Deputy Director, Veterinary Services responsible for Laboratory Diagnostics and Research in 2007.

In 2020 was appointed Director, Department of Veterinary Technical Services responsible for Veterinary Public Health, Dairy Services, Veterinary Laboratory Diagnostic Services, Animal Health Research and Veterinary Epidemiology and Informatics. Tone of his major successes as Deputy Director was the production of three (3) Tick-Borne Diseases (TBDs) in Zimbabwe, especially the resuscitation of the production and distribution of the BOLVAC Theileriosis Vaccine.

Clarinetist and saxophonist, composer and arranger. A clarinet graduate, he furthered his studies with American musician Bob Wilber. He attended Bill Smith’s workshops. In the New York area, he has worked and recorded alongside musicians such as Kenny Davern, Bob Wilber, Al Casey, Toots Thielemans, George Masso, Dan Barrett, Scott Hamilton, Ken Peplowski, Dick Sudhalter, Bill Crow, Bill Smith, Tony Scott, Leonard Gaskin, Frank Vignola, Howard Alden, Joe Ascione, Evan Christopher, Randy Sandke, and Rossano Sportiello, among others, participating as a special guest at concerts of the Sidney Bechet Society. Since 1992 he has been the clarinettist and saxophonist in Paolo Conte’s band with whom he has played in the most important concert halls (Olympia, Salle Pleyel, Royal Albert Hall, Berlin Philharmonie, Chicago Symphony Hall, Montreux Jazz Festival, North Sea Jazz Festival, Jazz Fest Wien, Festival International Jazz Barcelona, Nice Jazz Festival, JVC Jazz Festival N.Y., Umbria Jazz, etc.). He is mentioned in the ‘Dictionary of Jazz’ (‘Dictionnaire du jazz’) by P.Carles, A. Clergeat, J.Louis Comolli, 2008 A. Mondadori. Velotti has also developed his compositional vein in numerous soundtracks, commercials for television and film: he has collaborated with E. Morricone, N. Piovani, A. Trovajoli, among others. He taught jazz saxophone at the ‘L.D’Annunzio’ Conservatory in Pescara and jazz clarinet at the ‘A.Casella’ Conservatory in L’Aquila.